Orange - RECENSIONE

Salve a tutti!!

Oggi, visto che per cause di forza maggiore non sono riuscita ancora a leggere "Una fiamma nella notte", ho deciso di parlarvi di un film che ho visto di recente, ovvero "Orange".
Tratto dal manga omonimo di Ichigo Takano, con protagonisti Kento Yamazaki  e Tao Tsuchiya, nei panni dei due personaggi principali, Orange è una storia che vuole raccontare di rimpianti e dolore, ma anche di amicizia, forza e coraggio.
La storia comincia con la nostra protagonista, Naho, che trova una lettera, scritta dalla se stessa del futuro, nella quale la Naho ventiseienne le chiede di non ricommettere gli stessi errori che lei ha fatto dieci anni prima, errori che porteranno alla morte di un ragazzo, Kakeru, che arriverà nella scuola di Naho lo stesso giorno che lei riceverà la lettera, e che entrerà a far parte del suo gruppo di amici.

Ovviamente non farò spoiler sull'evolversi della trama da questo punto, né tanto meno sul finale, che mi ha lasciato in una valle di lacrime anche la seconda volta che l'ho visto (cosa strana visto che già sapevo come sarebbe andato a finire); tuttavia, voglio parlarvi del perché considero questo film come una delle migliori storie mai raccontate: prima di tutto, il significato nascosto dietro ad essa, ovvero come gli errori del passato possano tormentarci ad anni di distanza, o come una frase non detta per paura, o una cosa non fatta per incertezza, possano influire tanto sulla vita della persona che ci sta accanto. "Orange" è una storia che ti lascia con le lacrime agli occhi, che ti sbatte in faccia una realtà che non vorresti mai conoscere, che ti fa capire che ci sono errori nella vita che non possono essere riparati.
Sebbene io capisca che può non essere una storia adatta a tutti, perché magari qualcuno è più interessato ai fantasy o agli horror, consiglio comunque a tutti di vedere questo film, perché "Orange" non è solo la storiella d'amore adolescenziale.
Non è una storia deprimente, bensì una storia che se da una parte ti distrugge psicologicamente (non è un eufemismo), dall'altra ti da un senso di speranza e di riscatto che pochi altri film sono riusciti a darmi (e non è che io ne veda pochi di film). Non aspettatevi un solo finale, perché le storie raccontate sono due: quella della Naho ventiseienne e quella della Naho sedicenne, e ovviamente le due storie, seppure legate, non sono identiche, ma separate, e tali devono rimanere. Non bisogna confonderle, e forse anche questo è una delle ragioni per cui definisco il finale, o meglio, i finali, agrodolci; da una parte ti lasciano in una valle di lacrime, dall'altra ti fanno sorridere, sperare, riflettere, e piangere, tantissimo.
A dare maggiore enfasi a quello che Ichigo Takano ha voluto raccontare, vi è la recitazione dei due protagonisti, che mi hanno lasciato con la bocca aperta per la loro bravura, che sono riusciti a trasmettermi il dolore che Naho e Kakeru hanno provato, che mi hanno fatto sentire parte della storia e parte del loro dolore.



Ma già ho detto troppo, non voglio rischiare di spoilerare o far capire niente a nessuno, l'unica cosa che posso dire è vedetelo, perché a me questo film ha lasciato tanto. Spero lascerà tanto anche a voi.
Un bacio,
Elisa.

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